Bagno giapponese e ofuro: quando l’idea di arredobagno arriva dal Sol Levante

Qual è il paese in cui convivono tradizioni millenarie e tecnologia ultramoderna? Avete indovinato: è il Giappone. Così diverso da noi per cultura, ritualità, abitudini, così affascinante e imperscrutabile da lasciare esterrefatto il turista occidentale che lo abbia scelto come meta. In molti ambiti, lo stile giapponese attrae ed è fonte di ispirazione. L'arredo bagno è tra questi e non potrebbe essere altrimenti. Perché in Giappone la stanza da bagno (e il concetto stesso di bagno) trascendono di gran lunga l'aspetto meramente utilitaristico. Da secoli il bagno giapponese è un luogo quasi mistico, esclusivamente dedicato al benessere: si tratta di un rito in grado di coniugare aspetti squisitamente filosofici con la quasi maniacale fissazione per l'igiene dei giapponesi. Ecco perchè la concezione stessa dell'ofuro, ovvero del rituale bagno giapponese, è completamente stravolta rispetto alla nostra. Tanto da destare curiosità e interesse per alcune idee “da importazione” che si stanno imponendo come vera e propria tendenza di arredo bagno.

 

Ofuro e bagno giapponese: ambienti separati con specifiche funzioni

Vediamo brevemente com'è organizzato il tradizionale bagno giapponese, dedicato all'ofuro, cioè al rito di purificazione del corpo e dello spirito che è parte integrante della cultura del Sol Levante. Innanzi tutto la toilette (ovvero il luogo in cui è posizionato il WC) è in un luogo a parte, ben distinto dalla stanza destinata all’igiene del corpo: in Giappone, quindi, non troveremo mai il WC nella stanza da bagno, spazio deputato al relax, alla purezza, alla pulizia assoluta.

Il bagno in stile giapponese prevede un primo ambiente minimal dotato di semplice lavamani, che funge da anticamera alla vera e propria zona doccia/relax. Spesso diviso dall' “antibagno” con una parete di vetro, l'ambiente dedicato alla vasca è ampio e caratterizzato da una doccia aperta, propedeutica alla successiva immersione. Guai a entrare nella vasca da bagno senza essersi prima lavati! Espletati i preliminari igienici, ci si può addentrare nel luogo eletto, la vasca ofuro, vera protagonista del bagno giapponese.

La vasca giapponese tradizionale è in legno, di forma tondeggiante “a tinozza”, riempita di acqua molto calda (fino a 42°) spesso integrata con oli essenziali che hanno finalità rilassanti e terapeutiche.

Seguire questi dettami nelle nostre abitazioni può non essere semplicissimo: è vero. Ma l'idea di base può essere riprodotta e adattata alle nostre esigenze di spazio e funzionalità. Con semplici allacciamenti idraulici si può ad esempio installare una vasca ofuro in legno, dotata di doccino e scala d'accesso. Si può optare anche per materiali più moderni e economici, senza distaccarsi troppo dal bagno stile giapponese.

 

Washlet, il WC del futuro

I giapponesi non usano il bidet. Alt, preveniamo subito le italiche battute riservate ai popoli che non ne hanno ancora scoperto funzione e utilità perché, in quanto a igiene, i giapponesi sono più fissati di noi. E addirittura imbattibili, in ambito tecnologico. Poteva mancare un marchingegno ad hoc per ottimizzare anche questo elemento? Il water giapponese si chiama washlet e, ne siamo certi, conquisterà il mondo. “Wash” perché lava esattamente come un bidet, grazie allo spruzzino incorporato nel water, azionabile con apposita tastiera o telecomando. Ebbene sì, la doccetta (e in alcuni modelli conseguente asciugatura) è servita senza alzarsi dal water. Ovviamente gli optional pullulano: dalla musica (i giapponesi hanno un'idiosincrasia per i rumori molesti...), al deodorizzatore (anche gli odori sono un tabù), dal riscaldamento della tavoletta, fino alla moltitudine di “getti” disponibili. Con il water giapponese, il futuro è adesso. Vi piace l'idea?